Luana Trapè

 

TRANSITI TRA OCCIDENTE E ORIENTE

La conoscenza come antidoto al fanatismo

Leggere la letteratura, la storia, un’opera d’arte, una carta geografica

 

Villa Vitali FERMO

Marzo - Aprile 2015

 

È un momento storico di forte tensione tra “Occidente” e “Oriente”. A causa delle manifestazioni di violenza e fanatismo islamico continuamente diffuse dai mass media, l’Oriente si presenta sotto il segno del pericolo, generando paura. Nuove intolleranze, nuovi fanatismi, potrebbero nascere, in risposta.

Sembra dunque bene riportare all’attenzione quanto ci lega all’Oriente fin dal passato più lontano, rivolgendo lo sguardo agli aspetti migliori della civiltà islamica, in particolare la produzione letteraria e artistica che ha raggiunto vette splendide, offrendo e ricevendo stimoli dalla nostra cultura.

La prima “lettura” è quella delle carte geografiche per decifrare i passaggi di popoli, i grandi percorsi dei commerci e degli scambi, ma anche delle idee e della cultura, osservando il formarsi e l’integrarsi di mitologie, nuove idee, linguaggi, sensibilità e forme creative. Un ruolo importante hanno dunque le immagini proiettate durante le conferenze: architettura, scultura, pittura, arti applicate.

Il mio intento è inventare una memoria per l’interazione tra culture, etnie, idee, una narrazione alternativa alla violenza. Una narrazione molto personale, tessuta sulla trama dei miei viaggi: quelli reali e sensoriali nei luoghi di cui si parla, a contatto con le opere d’arte più disparate; e poi quelli mentali passati attraverso i libri, le immagini. 

 

La prima “Passaggi attraverso la Turchia” ha visto un rapido panorama storico centrato sull’Asia minore, un nodo nevralgico attraversato da movimenti di popoli provenienti da est verso il  Mediterraneo orientale. In questo incontro e scontro di popoli si è formata fin dal secondo millennio a. C. quella che oggi chiamiamo la civiltà occidentale. Un iniziale excursus sulle antiche civiltà degli Ittiti e dei Micenei, con la voce che Virgilio presta all’esule Enea per rievocare la guerra di Troia dalla parte dei vinti. Poi le conquiste persiane, l’impero di Alessandro Magno, i turchi selgiuchidi e la formazione dell’impero ottomano, fino ad arrivare alla Turchia contemporanea. Dalla lettura di “Istanbul” di Oran Pamuk è emersa  la consapevolezza di essere europeo, e la necessità di uno Stato laico. Poi il poeta  Nazim Hikmet (un altro grande esule) tradotto da J. Lussu, uno dei tanti personaggi fermani dallo sguardo cosmopolita.

Parto da molto lontano, come si vede, per giungere , intrecciando molti fili, al qui e ora. A un qui molto vicino con l’accenno a figure e immagini proprio della nostra terra, della nostra città .

 

Nella seconda conferenza un breve viaggio nel territorio dell’Islam islamica, in   relazione alla civiltà persiana e quella araba in Sicilia e Spagna, prima di tutto attraverso la meravigliosa visione delle opere di architettura, la ceramica, i tappeti. Uno sguardo al Mediterraneo solcato nei 2 sensi da filosofi, commentatori arabi di Aristotele,  studiosi di varie discipline, poeti, artisti, medici, scienziati filosofi.  Nella lettura di numerose opere sono stati poi esaminati i reciproci influssi tra la poesia medioevale letteratura araba e persiana, e quella romanza: la provenzale, la siciliana e il Dolce Stil Novo, con i codici linguistici e cortesi. Infine la lettura di alcuni quadri di Henry Matisse, che diceva: “Le miniature persiane mi indicavano tutta la possibilità delle mie sensazioni. Quest’arte suggerisce uno spazio più ampio, uno spazio plastico”. Un segno dell’entusiasmo per l’Oriente che dilagò nell’Europa ottocentesca.

 

Nel terzo incontro “Circolazione del mito” lo sguardo si focalizza su un solo mito. Si inizia dal toro di Guernica; nell’opera ispirata dal bombardamento nazista della città basca nel 1937, Picasso dipinge il toro come segno della “brutalità e dell’oscurantismo, della morte e della distruzione”.  Seguendo il cammino di tale figura simbolica, presente nell’arte e nelle religioni del mediterraneo e del medio-oriente fin dall’età primitiva, si arriva al mito del Minotauro e del Labirinto: fonte di innumerevoli interpretazioni e raffigurazioni attraverso i tempi,  e ispirazione di scrittori. Fra le letture: l’Iliade, l’Odissea (tradotta da Giovanna Bemporad), Catullo, Ovidio. Come le sue numerose metafore (ad esempio il bosco delle fiabe o l’Inferno dantesco) il Labirinto è sempre portatore di un senso forte nella nostra coscienza moderna, rappresentazione inquietante della paura di perdersi.

 

 

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