Delia B.

EDIZIONI ANPI FERMO  2010

 

 

In questo racconto la parola è solo alla protagonista, Delia. Il parlare di Delia ci è offerto dalla penna di Luana Trapè come un torrente in piena che non conosce regole od ostacoli, rapsodico andirivieni della memoria su e giù lungo il tempo d'una vita straordinariamente segnata dalla passione civile...

 

 

Era l’ultima domenica di marzo, l’anno non me lo ricordo di preciso, forse il 1949 o il 1950. Fino a due giorni prima aveva nevicato parecchio. Da tutti i paesi dei dintorni dovevano arrivare le corriere per la festa dell’UDI, l’Unione Donne Italiane. Noi eravamo molto preoccupate perché poteva anche succedere che il Comune non metteva in moto gli spalaneve, così mandava a monte l’incontro. Era la prima volta che si faceva qui da noi la festa, e tutte queste donne insieme gli dovevano fare paura forte a quelli che comandavano.

Anche con la neve eravamo andate su e giù e avevamo preparato tutto alla perfezione. Io stavo a capo della manifestazione, mi è sempre piaciuto organizzare le cose. Prima di tutto avevo chiesto i permessi per la manifestazione alla Questura e al sindaco, poi avevo pensato a scrivere a tutte le Associazioni della zona e a far stampare i volantini, i manifesti e gli inviti. I compagni della tipografia avevano lavorato gratis per noi, avevamo dovuto pagare solo la carta e l'inchiostro. Poi c'erano state altre spese, per l'affissione e i francobolli, ma con una colletta avevamo raccolto i soldi per tutto quanto. Avevamo anche la bandiera: l'aveva cucita Mimma, che era una brava ricamatrice...

 

 

 

 

 

 

Nota di Carlo Benedetti

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