STORIE DI MATTONI
Da "Il volto che muta- Viaggio attorno all'ex manicomio di Fermo", Livi Editore 2003
Luana Trapè, Tecnica mista su carta, cm 30 x 40, 2003 |
BASILIO
Mi vedete quando ormai sono un uomo finito, senza capelli, con il corpo sformato. Eppure la grassezza mi conferisce un certa maestà, tale e quale a quel re di Micene, rigido nella sua maschera d’oro. E chissà che un po’ del suo sangue non scorra ancora nelle mie vene. Vennero i suoi discendenti banditi dal regno con l’accusa di empietà e adattarsi dovettero ai più umili lavori. Alterne furono le vicende dei loro figli e dei figli dei figli, e infine dopo mille peripezie giunsero in Italia. Non sento talvolta il suono della loro lingua confusa nelle mie orecchie? Non parlano tutti insieme le loro parole sconosciute?
Chiuso nel loro cerchio e vinto, io, erede di tanta stirpe, medito sul mio esilio.
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